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4-Dicembre-2008

Andrea Siracusa: Allergie occupazionali, è un'epidemia

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Allergie occupazionali, è un'epidemia


L’allergia occupazionale causata da agenti tradizionali ed emergenti vede nuove categorie a rischio. L’allarme è lanciato da Andrea Siracusa dell’Università di Perugia, che da anni opera all’ospedale di Terni, nel corso dell’inaugurazione del XXV Congresso della Società di Allergologia e Immunologia Clinica (SIAIC).

Verniciatori, carrozzieri, operatori sanitari, infermieri, addetti alle pulizie, fornai, agricoltori, tecnici radiologi, impiegati negli alimentari sensibili a spezie e vegetali (per le allergie emerse e studiate a carciofo, pesca, uva fragola): queste le professioni esposte maggiormente agli allergeni sensibilizzanti nel campo sempre più affascinante della Medicina del lavoro. "E in Italia manca ad oggi un programma di sorveglianza sull’asma professionale, che assieme alla rinite colpisce migliaia di pazienti nel nostro paese", aggiunge Andrea Siracusa.

Ma i numeri non li conosciamo: sono troppo mutevoli e ad oggi disponiamo solo delle percentuali di crescita. E così dallo studio di Cristina Mapp emerge che tra vecchi e nuovi, gli agenti causali sensibilizzanti o emergenti sono oltre 300 tra naturali e sintetici, molti insoliti o molto rari (allergie allo scimpanzè per un impiegato dello zoo, ad esempio) e includono:

- Lattice (colpisce medici chirurghi, tutti gli operatori sanitari, vivaisti, parrucchieri) - Insetti (categorie interessate: entomologi, mugnai, boscaioli, pescatori per hobby colpiti da mosche, cavallette, locuste, ragni, ecc.) - Acrilati (colpiscono tutti coloro che sono esposti a mestieri legati alla verniciatura: carrozzieri, chi ricostruisce e realizza unghie artificiali, chi lavora in xerografia, persino chi realizza protesi dentarie e ortopediche) - Persolfati (allergeni cui sono esposti in larga parte i parrucchieri) - Glutaraldeide (colpisce i fotografi e gli stampatori professionali).

Discorso a parte per due categorie che hanno segnato un aumento del 100 per cento dei casi: gli infermieri e gli addetti alle pulizie. Il 4 per cento della popolazione lavorativa che vive una esposizione complessa in aree pubbliche (ambulatori, asl, ospedali, cliniche, ecc.) e private (abitazioni, ville, ecc.) può in tal caso essere colpita dall’azione di irritanti, causata per esempio da detergenti, decalcificanti, o sensibilizzanti, come nel caso dei disinfettanti. E comunque esistono interazioni certificate che potenziano l’effetto nella determinazione dell’asma e della rinite professionale. "Ma l’asma e la rinite professionale potrebbero essere causate da agenti sconosciuti e comunque diversi da quelli elencati nelle banche-dati o noti", ammonisce in conclusione Siracusa, "e comunque le informazioni sugli agenti occupazionali dovrebbero essere sempre disponibili per i lavoratori".

Fonte: Ufficio stampa SIAIC 2008.

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